Caivano: Dove i bambini “volano” e la politica fa il piantagrane

Benvenuti a Caivano, quel posto magico dove i bambini sembrano avere la triste abitudine di “volare” dai balconi. L’ultimo episodio, in cui un altro bambino è caduto misteriosamente, ha fortunatamente avuto un esito meno tragico rispetto alle precedenti volte. Ma chi ha bisogno di Peter Pan quando a Caivano la gravità sembra essere un optional?

“Un incidente”, dicono. “Lasciato solo, il bambino è caduto”. Ma, amici miei, a Caivano i bambini non cadono “per caso”. Sembrerebbe quasi che il balcone sia l’attrazione più pericolosa del posto, una sorta di parco giochi al contrario.

E nel frattempo, cosa fa il nostro amato neo governo? Si diletta in scenografie da giardinaggio. Il Ministro che ferma il treno a Ciampino per piantare il primo albero di un parco per bambini, in una mossa tanto puntuale quanto sospetta. Tutto per una bella foto opportunity, lontana dalla terra e dal sudore. “Guardate quanti alberi piantiamo e quante prime pietre posiamo”, annunciano, mentre i problemi veri sembrano essere solo un fastidioso rumore di sottofondo.

Un’iniziativa lodevole, certo, se non fosse che gli alberi non sembrano essere la soluzione al problema di gravità locale.

La realtà è che non sono gli alberi a salvare i bambini di Caivano. Potrebbero essere, oh oserei dire, politiche sociali migliori? Quelle pensate veramente per gli “ultimi”, non per fare bella figura in una foto ricoperta di terra e sudore.

E mentre a Caivano i bambini continuano a fare i loro voli non programmati, Roma continua con la sua gloriosa propaganda. “Guardate quanti alberi piantiamo!”, esclamano, mentre i problemi reali rimangono radicati ben più in profondità di qualsiasi alberello.

E noi? Noi restiamo qui ad attendere che il nuovo governo scenda dal suo albero e inizi a prendere sul serio questi “incidenti”, non possiamo far altro che sperare che i bambini di Caivano smettano di testare le leggi della fisica. E chissà, magari un giorno la politica smetterà di fare la giardiniera e inizierà a coltivare qualcosa di più utile. Magari, ma non ci giurerei.

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